venerdì 1 giugno 2012

Educazione all’umanità: signor Ministro che Le pare?

Scorrendo le pagine dei giornali OPAM alla ricerca del pensiero originale di Don Carlo, da cui è scaturita la sua Opera, mi sono imbattuto in una curiosa proposta formulata, secondo il suo stile schietto, in forma diretta e provocatoria. Nel N.2 di febbraio 1987 Don Carlo apriva il suo Editoriale dal titolo: Conoscere i popoli per amarli, con questo interrogativo: “Signor Ministro della Pubblica Istruzione, che Le pare di un’ora obbligatoria nelle scuole sull’“Educazione all’umanità?” La cosa mi incuriosì e mi lasciai catturare dal suo ragionamento coinvolgente e lineare
Partendo dalla constatazione che le grandi invenzioni del secolo hanno profondamente cambiato la società, offrendo opportunità impensabili di ricchezze spirituali, culturali, economiche e sociali ai giovani, Don Carlo si poneva la domanda se tutto questo sarebbe stato positivo o malefico. La sua risposta è netta: “Dipenderà dall’educazione che avranno ricevuto. Un’educazione che non può essere contenuta nel recinto del vecchio ovile, ma va estesa fino a toccare gli ultimi confini del nostro pianeta e superarli. Così si conoscerà di più l’uomo in sé per poi rispettarlo come persona ed amarlo come fratello, dovunque esso si trovi, qualunque sia la diversità dei colori della pelle, delle tradizioni, delle credenze e della lingua. Dal rispetto e dall’amore nascerà spontaneo il bisogno della solidarietà tanto nel darla che nel riceverla. E sarà proprio questo nuovo spirito di solidarietà, intesa come condivisione dei beni, primo fra tutti quello del “sapere” che cancellerà dal cuore dell’uomo egoismi, rancori ed odi e farà nascere una nuova umanità fatta di esseri ragionevoli e non di belve feroci. […]